Raffaello, Sposalizio della Vergine 1504.
Il confronto tra Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello (1504) e quello di Pietro Perugino (ca. 1501-1504), nella cui bottega Raffaello si era formato, evidenzia le somiglianze e le innovazioni che il giovane artista introduce. Il soggetto è il matrimonio tra la Vergine Maria e San Giuseppe, un episodio tratto dai Vangeli apocrifi.
Nella sua versione dello Sposalizio, Perugino adotta una composizione ordinata e simmetrica con pochi dettagli narrativi. Al centro della scena il sacerdote celebra il rito, con Maria e Giuseppe ai suoi lati. I personaggi sono distribuiti su un piano orizzontale. Lo sfondo è dominato da un edificio centrale a pianta ottagonale, che occupa gran parte dello spazio.
La composizione di Raffaello riprende quella di Perugino, ma con una prospettiva più accentuata e una struttura più dinamica. L’artista adotta una disposizione piramidale e posiziona i personaggi in modo più naturale, creando un movimento che conferisce una maggiore vivacità narrativa. Lo sfondo è simile a quello di Perugino, ma l'uso della prospettiva è più convincente e crea una maggiore continuità spaziale.
Le figure di Perugino sono eleganti, ma idealizzate e statiche. I personaggi presentano gesti semplici e i volti, pur essendo armoniosi, mancano di una forte caratterizzazione psicologica.
Le figure di Raffaello sono più dinamiche e realistiche. Maria e Giuseppe, così come gli altri partecipanti alla scena, esprimono emozioni più autentiche, il drappeggio delle vesti segue in modo più realistico l'anatomia del corpo, dimostrando la crescente maestria dell’artista.
L'opera di Perugino ha un carattere solenne e simbolico. La scena in primo piano è più formale e meno drammatica. Mentre Raffaello aggiunge dettagli che arricchiscono la narrazione. Un esempio evidente è il ramo spezzato dal pretendente di Maria, che non essendo fiorito lo aveva escluso dal poter diventare lo sposo della Vergine, un elemento che aggiunge tensione drammatica alla scena.