Libro e mostra "100xKurhaus"

Libro e mostra
Il 31 dicembre 1914 il nuovo Kurhaus meranese aprì le sue porte al pubblico signorile della città di cura. L'associazione culturale "La Fabbrica del Tempo" vuole ricordare il centesimo anniversario dell'inaugurazione del Kurhaus con un libro dedicato alle multiformi vicende di quello che è di gran lunga il simbolo più famoso di Merano. Questo volume non vuole essere un omaggio nostalgico ad un edificio dalla lunga storia, bensì un invito a considerare il passato con occhi nuovi e a sviluppare idee per il futuro. Il libro "100xKurhaus" verrà presentato venerdì 10 ottobre 2014 alle ore 18.30 al Pavillon des Fleurs a Merano. Contemporaneamente si terrà anche il vernissage di una mostra che offrirà emozionanti sguardi sulla storia meranese del XX secolo.

In occasione del centesimo anniversario dell'inaugurazione del Kurhaus, un libro e una mostra ne ripercorrono i trascorsi storici e il suo ruolo per la città di Merano. I due eventi - curati entrambi da La Fabbrica del Tempo e che sono in programma il 10 ottobre prossimo al Pavillon des Fleurs - mirano a non essere puri momenti celebrativi, bensì intendono cogliere l'occasione dell'anniversario per riscoprire quest'edificio e la storia recente della città del Passirio.

Pochi edifici interpretano l'anima variegata della città di Merano così bene come il Kurhaus, nella sua storia secolare. Punto di riferimento dell'offerta turistica, il Kurhaus è stato infatti anche sede di importanti eventi sociali - si pensi solo al congresso della SVP che approvò il "Pacchetto" nel 1969 o la visita dei presidenti Napolitano e Fischer nel 2012 - così come di concerti, balli, mostre e manifestazioni di rilievo per tutta la provincia.
La conclusione del segmento orientale, edificata su progetto del noto architetto viennese Friedrich Ohmann, venne celebrata il 31 dicembre 1914. La Prima guerra mondiale, già iniziata, e i successivi mutamenti sociali ed economici che questa avrebbe causato anche in zona, impedirono di completare il progetto iniziale. Rimase così in piedi l'ala occidentale, edificata quarant'anni prima e ora nota col nome di Pavillon des Fleurs. Nato per essere il fulcro della vita mondana dei villeggianti, il Kurhaus conobbe in realtà vicende ben più movimentate, diventando così testimone del Novecento di Merano e dell'intera regione.

La mostra
Ospitata presso il Pavillon des Fleurs, l'esposizione si rivolge sia agli appassionati di storia locale e di architettura, che a cittadini e ospiti della città interessati ad approfondire la propria conoscenza di uno degli edifici-simbolo di Merano. A fare da guida al visitatore attraverso l'esposizione - curata graficamente dagli studenti del "Gymme" - saranno alcune installazioni artistiche. Aperta tutti i giorni dal 10 al 31 ottobre, la mostra è visitabile dalle 10 alle 19; l'ingresso è gratuito.

Il volume
Curato da Tiziano Rosani, Rosanna Pruccoli, Patrick Rina ed Elisabeth Hölzl, il volume "100xKurhaus" approfondisce molti dei temi abbozzati dalla mostra. Due i fili rossi che legano i numerosi contributi. Da una, le vicende edilizie del Kurhaus e la vita che vi pulsò, dall'altra l'edificio quale muto testimone della Storia. Con uno sguardo rivolto non solo al passato bensì anche - tramite l'analisi e la riflessione sui tempi andati - al futuro (del Kurhaus e dell'intera città di cura).

Numerosi i contributi che trovano spazio nel volume e che vedono come autori sia molti dei ricercatori che nel recente passato si sono occupati di storia cittadina sia alcuni giovani. Ne è nato così un prodotto a più voci, mai banale bensì, al contrario, spesso innovativo nel presentare avvenimenti o interpretazioni inedite. Ogni autore ha scritto nella propria lingua madre; il frutto è un libro plurilingue - italiano, tedesco e inglese - in coerenza del resto con la storia internazionale di questo edificio e della città. A ogni contributo segue un breve abstract in italiano o tedesco.

Apre il volume Ulrike Kindl con un'analisi dello sviluppo della città nel corso dell'ultimo secolo. Segue, anche idealmente, Paul Rösch, che sottolinea come Merano in meno di un secolo si fosse trasformata da quella cittadina rurale che era all'inizio dell'Ottocento in un centro di fama europea. Magdalene Schmidt si dedica quindi alle vicende che portarono l'amministrazione cittadina del tempo - dopo anni di dibattiti e infruttuosi bandi di concorso - a incaricare della progettazione il noto architetto viennese Friedrich Ohmann. Carl Kraus ricorda come questo abbia concepito il Kurhaus come opera d'arte totale (Gesamtkunstwerk) e abbia disegnato di proprio pugno tutta una serie di dettagli decorativi, dal logo - usato ancora oggi - alle cornici degli specchi. Paolo Valente, citando alcuni giornali ddel tempo, ripercorre invece le tensioni sociali che aleggiavano a Merano all'epoca dell'edificazione della struttura. Matthias Schönweger, con il proprio inconfondibile stile, ricorda invece la figura di Albert Ellmenreich, cronista e fotografo che documentò la vita sociale e l'evoluzione urbanista della città a cavallo tra Ottocento e Novecento, Kurhaus compreso. Renate Abram ha firmato due contributi: l'uno dedicato ai numerosi padiglioni per la musica, che nel corso degli ultimi due secoli caratterizzarono l'immagine di Merano; l'altro che analizza invece l'utilizzo del Kursaal nel periodo tra le due guerre. L'analisi di Maurizio Visintin è incentrata sul tema del casinò in città nella prima metà del Novecento e ne ripercorre i numerosi tentativi di apertura all'interno del Kurhaus - tutti seguiti in poco tempo dalla chiusura ad opera delle autorità statali. Denise Hamer Hope ricorda la presenza di ospiti di lingua inglese in città tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del secolo successivo, presentando così un'immagine della città di cura notevolmente cosmopolita. Proprio uno statunitense è al centro del contributo di Patrick Rina: John L. Stoddard fu uno dei più noti autori di libri di viaggio dell'epoca e si trasferì a Merano nei primi anni del Novecento. Segue Siegfried de Rachewiltz, che dedica il suo excursus precisamente all'attività e alle presenze letterarie in città nei due secoli passati, senza ignorare gli anni recenti. In un contributo a quattro mani, Rosanna Pruccoli e Sabine Hillebrand prendono quindi a spunto il Kurhaus per affrontare una breve storia della moda e dell'eleganza in città nella prima metà del Novecento. Francesco Rosani richiama alla memoria il "muretto", luogo di ritrovo e politica - non a caso - poco distante dal Kurhaus e frequentato dai giovani meranesi soprattutto negli anni Settanta. Ferruccio Delle Cave ed Ewald Kontschieder incentrano i propri contributi sulla musica, di fondamentale importanza per il Kurhaus. Il primo analizza i festival musicali che in città ebbero e hanno luogo, mentre Kontschieder scrive della storia recente dell'Orchestra di cura, mestamente chiusa nel 2003 a un passo dal proprio centocinquantesimo anniversario. Josef Prackwieser firma quindi dieci capitoletti bilingui in cui ripercorre, per decenni, i principali avvenimenti cittadini. Conclude Domenico Rosani - anche autore di un contributo su Maturabälle e Festival studentesco, i due principali eventi per la gioventù che dagli anni Novanta hanno trovato luogo nel Kurhaus - con una conversazione "tra passato e futuro" della città e del Kurhaus con Zeno Braitenberg, Siegfried Unterberger e Alessandro Banda.

Sia la mostra che il volume sono - va ricordato - il frutto della collaborazione con La Fabbrica del Tempo di numerosissimi attori, sia pubblici che privati, non solo di Merano: chi ha partecipato all'organizzazione, chi ha fornito apporti contenutistici, chi ha sostenuto in vario modo l'iniziativa. Il Kurhaus nel 1914 era nato dopo vivaci contrasti attorno alla sua edificazione; a un secolo di distanza, la celebrazione è invece un momento corale, sentito e - ci si augura - anche partecipato dai cittadini di Merano.

Vernissage mostra e presentazione del libro
venerdì 10 ottobre 2014, ore 18.30
a seguire rinfresco curato dagli studenti della scuola alberghiera "Cesare Ritz"

Mostra
10 - 31 ottobre, tutti i giorni 10.00-19.00, ingresso gratuito

PR: LPS Bolzano

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